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Rapporto Legambiente "L'Italia oltre la crisi"

Data: 17/04/2013
Categoria: Altre News

L'Italia in confronto con le altre nazioni europee ha ancora tanto da migliorare e i dati presentati nel documento lo dimostrano. Si può uscire dalla crisi solo promuovendo nuove pratiche

Quali sono i maggiori problemi riscontrati in Italia? Presto detto. Sono tutti elencati nel nuovo rapporto annuale di Legambiente "L’Italia oltre la crisi", edizione 2013 realizzato in collaborazione con l’Istituto Ambiente Italia.

"Città soffocate per traffico e smog; raccolta differenziata che arranca in buona parte del Paese nonostante i 1300 comuni ricicloni e il calo nella produzione dei rifiuti (dovuto alle politiche locali oltre che alla crisi nonostante l’assenza delle politiche nazionali); il dissesto idrogeologico che  incombe sulla vita delle persone e l’economia del Belpaese; l’occupazione cala drammaticamente con il settore manifatturiero e industriale ridotto al lumicino; le ecomafie continuano a realizzare business milionari a scapito del territorio e dell’intera comunità; le diseguaglianze aumentano, con effetti particolarmente gravi nelle regioni del Sud". 

Per ogni aspetto elencato, frutto di un’analisi degli ultimi dieci anni di “non governo” del territorio e delle politiche sociali attraverso una serie di indicatori sociali e ambientali, Legambiente propone idee concrete per trovare la via d'uscita dalla crisi, per avviare una economia low carbon attenta alle persone e ai territori. 

Uscire dalla crisi si può, Legambiente ne è convinta.
“Questa crisi è figlia di politiche scellerate che hanno considerato l'ambiente come un freno per lo sviluppo economico o un lusso da rinviare a tempi migliori – ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Dalla crisi che sta attraversando il Paese invece si potrà uscire solo con idee differenti e con il coraggio di cambiare sul serio. Dobbiamo puntare a una alleanza tra lavoro e ambiente per cercare di rispondere adeguatamente alla drammatica situazione attuale per cui aumentano le diseguaglianze e la crisi climatica incombe. Oggi c’è una sola ricetta per uscire dalla crisi, ed è quella di una Green economy che incrocia le domande e i problemi dei territori, i ritardi del paese e le paure del futuro, le risorse e le vocazioni delle città e che vuole rimettere al centro la bellezza italiana”. 

La sfida è mettere in campo e rendere praticabili le nuove idee. I parametri che sono stati utilizzati riguardano: il lavoro; la mobilità; i consumi energetici; le emissioni di CO2eq, di polveri sottili e di metalli pesanti; i rifiuti; la tassazione ambientale; l’illegalità ambientale, mai diminuita negli ultimi 10 anni; il dissesto idrogeologico.

Tutte le informazioni dettagliate si possono trovare sul sito di Legambiente.

L’Italia oltre la crisi però guarda avanti e presenta una serie di idee e proposte per mettere in moto gli interventi indispensabili per cambiare il futuro. 

1) Ridisegnare la fiscalità per spingere l'innovazione ambientale e creare lavoro. Si deve premiare l'efficienza energetica e spingere gli investimenti, generando nuove risorse da utilizzare per ridurre la tassazione sul lavoro; rivedere canoni e tasse sull'uso dei beni comuni, intervenendo sui regimi di tutela. Per uscire dallo scandalo della gestione di cave, sorgenti di acque minerali, discariche, spiagge. In modo da fermare gli abusi, ridurre gli impatti, premiare l'innovazione; recupero urbano invece del consumo di suolo. Per recuperare miliardi di Euro da utilizzare per interventi  di riqualificazione ambientale e edilizia. 

2) Fermare le ecomafie. L’ecomafia è la zavorra che impedisce concretamente alla Green economy di esprimere tutte le sue potenzialità. Sanzioni penali adeguate, misure preventive e patrimoniali, obbligo di ripristino dello stato dei luoghi, ravvedimento operoso o, addirittura, non punibilità se l’artefice del danno all’ambiente si autodenuncia e poi bonifica l’area interessata: ecco quanto prevede la proposta di legge di Legambiente per l’inserimento dei delitti contro l’ambiente nel codice penale. 

3) Rilanciare gli investimenti, per rimettere in moto il paese. Tornare a investire per rilanciare l'economia e creare lavoro fermando la politica di tagli trasversali e indiscriminati: le risorse per contrastare il dissesto idrogeologico, investire in ricerca e green economy, realizzare bonifiche partendo dai siti orfani, acquistare treni e autobus, si possono reperire cambiando le priorità di spesa e intervenendo con coraggio sulla spesa pubblica, dove vi sono enormi sperperi di risorse in mala gestione, grandi opere, sussidi alle fonti fossili, armamenti. 

4) Premiare l'autoproduzione energetica da rinnovabili e la riqualificazione del patrimonio edilizio. La rivoluzione energetica è già in corso con una produzione arrivata al 28% dei consumi elettrici nel 2012, ma oggi si deve fare un passo avanti per aiutare famiglie e impresepremiando l'autoproduzione da fonti rinnovabili e la gestione di impianti efficienti e puliti attraverso smart grid private e facilitando lo scambio con la rete. 

5) Mettere al centro le città. Solo investendo nelle città l'Italia può riuscire a muovere un’innovazione che non rimanga un concetto vago e astruso.  Ed è la qualità e quantità del welfare, dal trasporto pubblico agli asili, dall'istruzione alla cultura, a determinare la competitività di una economia e di un territorio. Per questo serve una regia e una politica nazionale, per non perdere le risorse dei fondi strutturali europei 2014-2020 e realizzare finalmente interventi di riqualificazione ambientale e sociale delle periferie, per la casa e la mobilità sostenibile. 

Oltre al volume cartaceo, (Edizioni Ambiente, in libreria al prezzo di 22 euro) si affianca, in formato ebook, il Rapporto sullo stato dell’ambiente in Italia completo di tutti gli indicatori ambientali e realizzato a cura dell’Istituto Ambiente Italia : http://freebook.edizioniambiente.it/libro/78/Ambiente_Italia_2013 



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