Nel 2030 la popolazione piu' anziana al Sud
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Secondo il rapporto del Censis sarà il Mezzogiorno nei prossimi anni a registrare un aumento della popolazione più anziana. Ridisegnare il welfare per garantire cure mediche e assistenza

La popolazione anziana del Sud nel mirino di una ricerca condotta dal Censis: da qui al 2030 la percentuale di popolazione anziana nel Sud aumentarà a ritmi più elevati (+35,1 per cento) rispetto al resto del Paese. Quello che preoccupa è che mancheranno le infrastrutture capaci a sopperire alle esigenze dei cittadini.
Ha i toni allarmanti la ricerca "La crisi sociale del Mezzogiorno" che evidenzia come il già fragile sistema welfare rischia di andare al collasso con l'aumento della popolazione anziana. L'auspicio è che quanto prima ci sia una presa di coscienza da parte degli enti preposti che riescano a garantire le cure mediche e assistenziali. Il rapporto parte dalla attuale situazione demografica e dalle previsioni dei prossimi anni. Oggi nel Meridione d'Italia l'indice di invecchiamento della popolazione (over 65 su under 14) è più basso di oltre due punti percentuali rispetto alla media italiana (18,7 per cento contro 20,8). Nei prossimi anni però, questo rapporto è destinato ad invertirsi e "la questione sociale della longevità transiterà dai territori del Centro-Nord alle regioni meridionali".
Entro i prossimi 17 anni si prevede che il totale dei residenti nell'area del Mezzogiorno si ridurrà del 4,6 per cento, mentre la media del Paese segnerà più 3,7 per cento. La percentuale di over 65 registrerà in entrambi i casi un'impennata, ma nel Sud la crescita sarà ancora più verticale (più 35,1 contro il più 31,4 per cento della media nazionale).
Purtroppo ancora oggi, nel Meridione più che nel resto d'Italia, la cura delle persone non autosufficienti pesa soprattutto sulle spalle dei familiari, in particolar modo delle donne (le figlie sono responsabili della cura nel 36 per cento dei casi contro la media nazionale del 25), dato che non aiuta certo l'occupazione femminile e l'aumento di reddito familiare di cui il Meridione avrebbe bisogno.
Qesto modello è destinato a morire: prima di tutto perchè nelle regioni meridionali si fanno meno figli; inoltre, la crisi economica in atto rende "impensabile immaginare una crescita dei bilanci pubblici tale da generare investimenti per la creazione di una rete di offerta". E ciò " è drammatico in un contesto che storicamente registra un deficit di capitali e imprenditoria privata".
La ricerca del Censis avanza una possibile via d'uscita dall'emergenza: le poche risorse disponibili (i Fondi di coesione comunitaria 2014-2020) dovranno "sfuggire alla logica della microdistribuzione a pioggia per essere incanalate verso la formazione di filiere integrate". Non sarà possibile annullare il gap con le strutture già presenti nelle aree più sviluppate, bisognerà mettere insieme "imprese sociali, nuove professioni, nuove tecnologie, nuove modalità di erogazione dei servizi: fare del Merdione il laboratorio di un nuovo welfare di comunità".
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