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Il non profit cresce, ma si deve fare di piu'

Data: 23/04/2013
Categoria: Altre News

In Italia ci sono circa 475mila enti non profit, ma nel 2012 solo il 9 per cento era iscritto nel registro del 5xmille. Carenze e precarietà le due principali cause analizzate dagli esperti

Secondo l'Istat, in Italia ci sono circa 475mila enti non profit. Cresciuti in modo considerevole se si pensa al numero delle organizzazioni del 2001, che arrivava a circa la metà, 235mila. Eppure, le organizzazioni iscritte nel registro del 5xmille, nel 2012, erano 43.900, l'appena 9 per cento e anche le donazioni che vengono effettuate sono minori rispetto al potenziale. Carenze e precarietà: queste le due principali cause di un settore che potrebbe fare molto ma non riesce.

Le ragioni vengono spiegate da esperti, in un articolo pubblicato su "il Giornale". Mancano figure interne al terzo settore capaci di seguire il 5xmille e fundraiser professionali. Inoltre si segnala una cattiva comunicazione tra enti e donatori, ma soprattutto la mancanza di una legge per il 5xmille, che invece è rinnovato annualmente.Il settore italiano è caratterizzato da basse retribuzioni del personale, ostacoli e incerezze nell'investire nel marketing e nella pubblicità, mancanza di risorse croniche. 

Il quotidiano chama in causa Valerio Melandri, docente di Principi e Tecniche di fundraising dell'Università di Bologna che lancia le sue proposte, come ad esempio cercare di costruire tra ente e donatore un rapporto stretto. "Conoscere il nome del donatore permetterebbe alle organizzazioni di costruire una relazione con chi ha scelto di sostenerla - afferma l'esperto -. Oppure, comunicare il numoero di telefono di chi invia sms solidali può aiutare l'organizzazione a contattare più velocemente chi si è dimostrato sensibile alla causa". Poi lancia anche la proposta fiscale: la tassa si successione "si potrebbe azzerare completamente per i patrimoni sotto un certa soglia, ad esempio per chi fa una donazione del 3-5 per cento dell'asse ereditario al non profit". 

Sull'argomento è stato interpellato anche Stefano Zamagni, economista e presidente dell'Agenzia del Terezo settore, che indica nella stabilizzazione normativa del 5xmille e nell'eliminazione del tetto due obiettivi praticabili e necessari. "Si fa ancora un errore - spiega poi Zamagni - si tende a identificare il terzo settore con il volontariato, che per definizione non viene pagato. Il settore deve acelerare il processo di trasformazione da operatore sociale a imprenditore sociale, anche con un'alleanza con il for profit, invece che con la Pubblica amministrazione".



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