Borgo San Nicola, tre progetti per i detenuti
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Raccolta differenziata, orto sociale e pulizia delle strade e delle spiagge: i detenuti del carcere leccese coinvolti nei progetti promossi dall'Assessorato all'ambiente del Comune

I detenuti di Borgo San Nicola saranno coinvolti in tre progetti frutto degli accordi tra Amministrazione comunale e il direttore della casa circondariale di Lecce, Antonio Fullone.
Il primo progetto riguarda la raccolta differenziata. Il Comune provvederà a dare in comodato d'uso tutte le attrezzature necessarie per il servizio, quali cassonetti, bidoni, contenitori, sacchetti ed erogherà per i prossimi tre anni, un contributo annuale di 5mila euro come aiuto per i detenuti che si occuperanno delle operazioni di raccolta.
Prima di avviare il servizio l'Assessorato alle Politiche Ambientali darà ai detenuti coinvolti nel progetto la possibilità di seguire un corso formativo per imparare a svolgere al meglio la raccolta.
«E' quasi tutto pronto per l'avvio del progetto sulla raccolta differenziata - ha affermato l'assessore Andrea Guido -, la casa circondariale sta già sistemando un terreno che verrà adibito ad isola ecologica. Continua il nostro impegno nella sensibilizzazione verso il rispetto dell'ambiente, ma il progetto avrà ricadute positive su tutta la città: il raggiungimento di determinate quote di differenziazione dei rifiuti ci permetterebbe di beneficiare di una riduzione del tributo speciale sul conferimento in discarica». L'assessore continua dicendo che non si poteva prescindere dal coinvolgimento della Casa circondariale per raggiungere gli obiettivi prefissati, vista la popolazione nel carcere leccese che oscilla dalle 2mila unità nei mesi invernali alle 3mila in quelli estivi.
«Questo non è l'unico sul quale puntiamo, abbiamo già preso accordi con la Coldiretti per realizzare all'interno del carcere un orto sociale. Saranno proprio gli esperti dell'organizzazione a insegnare ai detenuti come si coltiva, seguendo i cicli naturali e i prodotti di stagione". Questo secondo progetto vede la collaborazione anche di altre associazioni e l'Università del Salento che metteranno a disposizione le compostiere per la produzione propria del fertilizzante. «Tutti i prodotti che si ricaveranno dalla raccolta - aggiunge l'assessore - verranno messi a disposizione per la mensa del carcere e per quella della Caritas».
L'ultimo progetto che verrà attivato vede la partecipazione dei detenuti in lavori socialmente utili quali la pulizia delle spiagge o delle strade, grazie alla disponibilità della ditta Axa. «In futuro non escludo che i detenuti si impegneranno anche nella pulizia dei muri dai graffiti - afferma Giudo - ma per questa operazione occorrerebbe pianificare dei corsi di formazione specifici».
Intanto, a livello nazionale, è stato siglato un protocollo d'intesa tra Anci, l'associazione nazionale comuni italiani e Dap, Dipartimento amministrazione penitenziaria che fa capo al ministero della Giustizia, per il reinserimento lavorativo dei detenuti.
Dopo aver valutato le esperienze dei progetti sperimentali avviati in precedenza in alcune case circondariali, i rappresentanti dei due enti hanno definito un piano che coinvolgerà 50 Comuni in Italia nei progetti di reinserimento.
«Un'idea positiva e già apprezzata, sia dai detenuti che dai direttori dei penitenziari. Un progetto che porta con se' enormi potenzialità per il concreto reinserimento sociale di chi sta scontando una pena in carcere» - ha affermato in una dichiarazione il sindaco di Padova e delegato Anci alla Sicurezza Urbana, Flavio Zanonato.
«Ogni iniziativa finalizzata a rendere davvero rieducativa la pena attraverso il lavoro dei detenuti è sempre una buona iniziativa, anche perché riduce notevolmente la tensione detentiva di chi oggi sta in cella 20 ore al giorno, senza far nulla, nell'ozio e nell'apatia» - è stato il commento nella nota di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.
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