Rapporto Cittadinanzattiva su diritto salute
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Diritto alla salute garantito in base alla regione in cui si vive. Questo il risultato del Rapporto 2012 dell'Osservatorio civico sul federalismo in sanità. Lanciate tre proposte per il cambiamento

Dal Rapporto 2012 dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità di Cittadinanzattiva è emerso che il diritto alla salute è più o meno garantito secondo la regione in cui si vive. Secondo i dati raccolti il federalismo ha indotto le regioni a restringere i diritti, impoverito il servizio sanitario pubblico a vantaggio del privato e stremato i cittadini, creando differenze territoriali senza precedenti.
Il Rapporto 2012 fa il punto su alcune aree tematiche: percorso materno-infantile, procreazione medicalmente assistita, prevenzione e vaccini, rete oncologica, assistenza territoriale, assistenza farmaceutica e un focus sul livello di trasparenza delle nostre regioni, approfondendo il tema del federalismo sanitario mettendo insieme il punto di vista del cittadino come utente finale del servizio con l’insieme dei dati di natura istituzionale e tecnica.
Per quanto riguarda il primo punto ad esempio, si è registrato che solo sei regioni su ventuno assicurano il medico di famiglia o il pediatra di libera scelta ai figli di migranti non regolarmente iscritti al Servizio sanitario nazionale: si tratta di Toscana, Umbria, P.A. Trento, Emilia Romagna, Marche e Puglia. Per la procreazione medicalmente assistita, invece, ogni regione è un caso a sé. Nell'assistenza domiciliare integrata la Puglia è peggiorata nel tempo. Ed ancora, sono aumentate le spese per i farmaci.
«Mentre la direttiva europea approvata nel 2011 stabilisce che i cittadini della Ue possono scegliere liberamente in quale stato curarsi - ha affermato Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva - assistiamo nel nostro Paese a disparità di trattamento dei cittadini a seconda della regione di residenza e, addirittura, alla delibera con il cui il subcommissario campano alla sanità vieta di fatto ai propri residenti di curarsi fuori dal proprio territorio. Un tentativo anacronistico e anticostituzionale».
Alla fine del rapporto sono tre le proposte giudicate ineludibili per il cambiamento di rotta: l'approvazione del Piano nazionale sanitario e il nuovo Patto per la Salute; trasparenza e partecipazione dei cittadini nel monitoraggio dei Lea.
Per leggere nel dettaglio i risultati del rapporto consultare il sito www.cittadinanzattiva.it
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