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Sigillo, come fare impresa in carcere

Data: 10/05/2013
Categoria: Altre News

Nata la prima agenzia nazionale che ha lo scopo di coordinare le produzioni sartoriali delle donne detenute. Il progetto darà lavoro a 64 donne. Coinvolto anche il carcere di Lecce

Un video in bianco e nero, appena ci si collega al sito, introduce l'argomento. Le donne detenute sono 2818, il 60 per cento di loro sa cucire. Il lavoro è il mezzo principale per il riscatto e per la riabilitazione. Basta questo per spiegare "Sigillo", l'impresa al femminile dietro le sbarre. Si tratta di un'agenzia nazionale che coordina le produzioni sartoriali delle donne detenute. Il marchio è promosso dalla cooperazione sociale e dall'amministrazione penitenziaria.
L'agenzia è prima nel suo genere in Italia e in Europa, e intende curare le strategie di prodotto, comunicazione e posizionamento sul mercato di quanto realizzato dalle donne detenute nei laboratori sartoriali avviati in alcuni dei più affollati istituti penitenziari italiani, tra i quali risulta esserci anche quello di Lecce. 

Il progetto, che ha come capofila la cooperativa sociale Alice in partnership con Uno di due, Camelot, Officina Creativa, 2nd Change, Consorzio Sir, più l’appoggio di Banca Prossima e dell’Univeersità Bocconi di Milano, è destinato a 64 detenute degli istituti penitenziari femminili di Milano San Vittore e Bollate, Torino, Lecce, Trani, Roma Rebibbia, Enna, Como, Monza, Venezia, Castrovillari, Bologna, Pisa. Dura 12 mesi ed è finanziato dalla Cassa delle ammende per un importo di 413mila euro, con un confinanziamento di coop Alice di 214mila euro. Il messaggio che si vuole lanciare con questo progetto è che in carcere è possibile fare impresa.

Ecco perchè poi dal Dap, Dipartimento amministrazione penitenziaria, si sta cercando di snellire la burocrazia per agevolare il rapporto con il mondo del lavoro.In particolare, il progetto Sigillo intende costituire, potenziare e consolidare una agenzia per lo sviluppo e la promozione delle cooperative sociali di genere (donne detenute del settore tessile abbigliamento) nelle strutture penitenziarie italiane individuate veicolando il marchio Sigillo - di proprietà del Ministero della Giustizia - promuovendo contestualmente la cooperazione sociale, il partenariato (tra enti locali , imprese profit e non profit) sull’esperienza già esistente, con azioni di accompagnamento, consulenze e sviluppo di piani di impresa.Le beneficiarie, supportate dalle singole cooperative, seguiranno percorsi di formazione professionale in ambito sartoriale fondamentali per il raggiungimento di standard qualitativi adeguati e funzionali al posizionamento di mercato dei prodotti a marchio Sigillo.

Alla fine dell’intero percorso oltre al consolidamento dei posti di lavoro delle lavoratrici già assunte dalle cooperative funzionanti, 50 donne, è prevista la creazione di 14 posti di lavoro.



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