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Un nuovo Manifesto dell'Acqua e dei Beni Comuni

Data: 21/05/2013
Categoria: Altre News

Proposto dal comitato italiano per il Contratto mondiale sull'acqua (Cicma) e da Riccardo Petrella prevede anche un'agenda italiana di priorità per rilanciare la questione ripartendo dai territori

A 10 anni dal primo Manifesto dell'Acqua e a due dal Referendum sui Beni Comuni attraverso il quale 27 milioni di cittadine e cittadini hanno detto no alla privatizzazione dei servizi pubblici e al profitto sull’acqua, ecco un nuovo manifesto per rilanciare la questione. A proporlo, il comitato italiano per il Contratto mondiale sull'acqua (Cicma) e Riccardo Petrella, economista e politologo, docente presso l'Università Cattolica di Lovanio.
Nonostante il risultato referendario, infatti, si continua a pagare il profitto sulle tariffe, gli acquedotti non sono stati resi pubblici e il diritto umano all’acqua continua a essere violato: a chi non può pagare viene staccata la fornitura idrica. Insieme all’acqua continua la mercificazione e lo sfruttamento degli altri beni comuni per interessi privati o di parte, a danno della collettività e dell’ambiente, producendo stress ecologico, tensioni sociali e conflitti a tutti i livelli della scala spaziale. Il Manifesto è presentato martedì 21 maggio a Bari alle ore 17.00, nell’Aula Magna della Facoltà di Economia (Via Camillo Rosalba, 53) per iniziativa del Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune" con la Scuola di Dottorato in Storia, Scienza, Popolazione e Territorio dell'Università di Bari, l'AIIG - Puglia, il Cicma, la rete dei Comitati per Beni Comuni e i Missionari Comboniani.
In questo modo si vuole riportare la questione su un piano culturale, rilanciando il significato pieno di Bene Comune, un concetto lontano dalle regole del mercato e dal principio del potere d'acquisto. Al centro di questo discorso, il territorio, la democrazia e la cittadinanza attraverso la partecipazione diretta nelle scelte.
Per dare supporto al "Nuovo Manifesto dell'Acqua e dei Beni Comuni" il Comitato Italiano Contratto Mondiale sull'Acqua ha predisposto una "Agenda italiana ed europea dell'acqua e dei beni comuni" che identifica alcune proposte di azione (secondo 10 priorità) per rilanciare il dibattito intorno all'urgenza di adottare, a partire dai territori e dal coinvolgimento degli enti locali, iniziative politiche per sottrarre l'acqua alle logiche del mercato ed alle minacce della monetarizzazione del ciclo idrico e della finanziarizzazione della gestione.



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