La sanita' rimanga pubblica!
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La richiesta arriva da Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato che in un'audizione in Senato ha lanciato l'allarme, dati alla mano, sui tagli lineari al comparto

Il Servizio Sanitario Nazionale è e deve rimanere pubblico. È questa la richiesta lanciata da Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato nel corso di un’audizione in Commissione Affari Sociali e Bilancio della Camera. Una riflessione basata sui dati relativi a un’indagine che evidenzia come si stia passando dal contenimento della spesa sanitaria a un vero e proprio definanziamento lineare del Fondo Sanitario Nazionale.
Secondo Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato l’ammontare complessivo delle riduzioni di stanziamenti per gli anni 2012-2015 è pari a circa 35.000 milioni di euro e per la prima volta, nel 2013, il Fondo Sanitario Nazionale è inferiore in valori assoluti a quello del 2012.
La riduzione lineare ha danneggiato tutti: realtà virtuose e meno virtuose, lasciando inalterate le inefficienze e gli sprechi preesistenti. La stessa Corte dei Conti, nel recente Rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica, ha segnalato come a fronte di un miglioramento dei conti, sussistano comunque tensioni sulla garanzia di adeguati livelli di assistenza e segnali preoccupanti sul fronte della qualità dei servizi resi ai cittadini. La seconda questione fondamentale posta è quella della delega assistenziale attuata da parte dello Stato nei confronti delle famiglie, all’interno delle quali vi è una persona anziana con patologia cronica e rara, e più in generale con disabilità. La famiglia è il pilastro dell’attuale sistema di welfare ed essa colma i bisogni assistenziali non solo provvedendo all’assistenza diretta alla persona con patologia cronica e rara, ma anche mettendo fortemente mano al proprio portafoglio. Ciascuna famiglia dedica mediamente all’assistenza del familiare anziano oltre cinque ore al giorno e tale situazione molto spesso non permette ai componenti del nucleo di conciliare l’orario lavorativo con le esigenze di assistenza, arrivando a situazioni di licenziamenti e mancati rinnovi o interruzioni del rapporto di lavoro. A tutto ciò va aggiunta la difficoltà crescente per le famiglie di fronteggiare l’onere economico correlato, che impatta significativamente sui redditi familiari. Solo per fare alcuni esempi, le famiglie mediamente spendono in un anno 8.488 euro per il supporto assistenziale integrativo alla persona, 1.127 euro per farmaci non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, 1.297 euro per l’acquisto di parafarmaci, 3.178 euro per lo svolgimento di visite, esami o attività riabilitativa a domicilio. La terza grande questione concerne la mancanza di equità di accesso alle prestazioni sul territorio nazionale.
In conclusione, Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato chiede:
- stop ad ulteriori riduzioni di stanziamenti al Servizio Sanitario Nazionale, che rappresenta un investimento e non un mero costo per la collettività. Piuttosto vanno colpite le duplicazioni e la burocrazia inutile che crea sprechi per lo Stato e i cittadini (ad esempio le Commissioni Regionali del Farmaco, i Prontuari Terapeutici Ospedalieri Regionali e altro);
- passare dal taglio lineare alla programmazione socio-sanitaria integrata, con particolare riguardo alle patologie croniche e rare (Piani Nazionali, PDTA-Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale), e investendo molto di più in prevenzione;
- garantire equità di accesso alle prestazioni su tutto il territorio nazionale;
- potenziare la capacità di render conto da parte degli amministratori pubblici rispetto all’impiego delle risorse pubbliche, dell’organizzazione dei servizi e delle performance. Il rovescio della medaglia è la trasparenza delle scelte, della capacità di amministrare e programmare per i cittadini, anche in termini di qualità/quantità dei servizi erogati;
- garantire la partecipazione dei cittadini ai processi di governance, al monitoraggio del rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza e alla valutazione delle performance.
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