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Piu' welfare per uscire dalla crisi

Data: 02/07/2013
Categoria: Altre News

L'investimento nelle politiche sociali aumenta l'occupazione: sono i primi dati del rapporto di "Cresce il welfare, cresce l'Italia". In Europa dal 2008 al 2012 l'aumento è stato del 7,8%

Investire nel welfare è una scelta che funziona, sia per quanto riguarda il ritorno sul territorio che in termini occupazionali. Stando ai primi dati dell'indagine della rete "Cresce il welfare, cresce l'Italia", promossa da 40 organizzazioni sociali dell'economia sociale, del volontariato e del sindacato che saranno presentati ufficialmente il 5 luglio, il binomio welfare e occupazione funziona: se da un lato in Europa, tra il 2008 e il 2012, l'occupazione nei comparti manifatturieri è calata di 3 milioni e 123mila unità, dall'altra parte si è verificato un incremento nei servizi di welfare, cura e assistenza,pari a 1 milione e 623mila unità (+7,8%).

L'Italia, però, sembra andare in controtendenza, comprimendo la spesa sociale, delegando massicciamente l'assistenza alle famiglie mantenendo limitati e risibili gli sgravi per l’occupazione domestica e di assistenza favorendo il lavoro sommerso e senza tutele. Secondo la rete di “Cresce il welfare, cresce l'Italia” però, destinare fondi al welfare significa fare un investimento: alcuni studi recenti confermano che l’uso della spesa pubblica per creare lavoro ha effetti sull’occupazione molto più alti e in tempi più rapidi rispetto ad altri tipi di misure, fino a 10 volte superiori rispetto al taglio delle tasse, da 2 a 4 rispetto all’aumento di spesa negli ammortizzatori sociali o alla riduzione dei contributi sul lavoro per le imprese.
Ne è prova il caso della Francia, uno dei Paesi europei che di più ha puntato su una strategia di integrazione tra politiche di welfare e politiche per la creazione di occupazione regolare nella cura e assistenza alle persone, sostenendo la domanda con voucher, contributi, sgravi fiscali. Nel 2011, sono state 3,4 milioni (il 13% del totale) le famiglie francesi che hanno usufruito di servizi di cura e assistenza personale. Ne è derivato un aumento dell'occupazione regolare del 47% tra il 2003 e il 2010 (+ 330 mila unità tra il 2005 e il 2010), per un totale di un milione e mezzo di lavoratori occupati.



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