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Violenza di genere, un'emergenza sanitaria

Data: 09/07/2013
Categoria: Altre News

Presentati i dati mondiali sul fenomeno dall'Organizzazione mondiale della sanità. In Italia sono 6.743.000 le vittime di abusi e il 14,3% delle donne subisce violenza dal proprio partner

In Italia sono 6.743.000 le donne tra i 16 ed i 70 anni vittime di abusi fisici o sessuali e circa un milione ha subito stupri o tentati stupri. Il 14.3% delle donne è stata vittima di atti di violenza da parte del partner, ma solo il 7% lo ha denunciato. Altrettanto allarmante è il dato secondo cui il 33.9% di coloro che subiscono violenza per mano del proprio compagno e il 24% di coloro che l’hanno subita da parte di un conoscente o di un estraneo, non parla con nessuno dell’accaduto. La violenza domestica, inoltre, è la seconda causa di morte per le donne in gravidanza. Sono dati allarmanti, relativi a quella che ormai da più parti si definisce una vera e propria emergenza non solo culturale, ma a questo punto sanitaria. I dati sono stati presentati dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in una conferenza stampa organizzata dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda).

Le tendenze mondiali sul fenomeno sono ancora meno incoraggianti: oltre una donna su tre subisce nel corso della propria vita qualche forma di violenza, soprattutto da parte di mariti e fidanzati. Il 35% delle donne di tutto il mondo subisce nel corso della vita qualche forma di violenza, in particolare da parte di mariti e fidanzati, e che il 38% dei femminicidi avvenga per mano del partner. Le donne esposte alla violenza dei compagni siano due volte più a rischio di depressione, quasi due volte più a rischio di dipendenza dall’alcol e una volta e mezzo più a rischio di contrarre malattie sessualmente trasmesse, come HIV, sifilide, clamidia e gonorrea. Il 42% di coloro che hanno subito violenza fisica o sessuale ha riportato danni alla salute. Il fenomeno è diffuso molto nelle fasce ad alto reddito, attestandosi al 23.2%.

Le Linee guida dell'OMS hanno l'obiettivo di formare in maniera più specifica gli operatori sanitari su come intervenire, in caso di violenza contro le donne. Anche l’Italia ha scelto di ratificare la Convenzione di Istanbul, ed è stato il 5° Paese a ratificare l’accordo che punta molto sulla prevenzione e sulla formazione e che riconosce la violenza maschile sul corpo e sulla psiche delle donne, lasciando a scuole e Università un ruolo fondamentale nell’educare e sensibilizzare al tema. Prima che questa carta diventi realtà, però, altri 5 Stati devono ancora ratificarla.



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