In Puglia 11mila persone rischiano di non accedere ai servizi di welfare
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Sono queste le conseguenze causate dall'aumento dell'iva per le cooperative sociali prevista dalla legge di stabilità 2013 a partire dal primo gennaio

In Puglia saranno 11mila gli utenti che rischiano dal prossimo primo gennaio di non avere più accesso ai servizi socio-sanitari ed educativi garantiti dalla cooperative sociali a causa dell'aumento dell'iva dal 4 al 10%. A sostenerlo è l'Alleanza delle cooperative sociali che ha messo a punto una mappatura regionale dei tagli e delle persone a cui non potranno essere più garantiti i servizi. In tutt'Italia saranno 500mila persone con disabilità e circa 1 milione di anziani non autosufficienti. Ma l’impatto maggiore in termini numerici sarà, secondo le stime dell’Alleanza delle cooperative sociali, nei servizi all’infanzia. In molti casi le famiglie che compartecipano alla spesa dovranno fare i conti con un maggiore esborso di 50 euro in più l’anno per la retta dell’asilo.
L’aumento dell’IVA dal 4% al 10% previsto dalla legge di stabilità del 2013 si applicherebbe alle prestazioni sociosanitarie ed educative rese dalle cooperative sociali in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale. Il provvedimento coinvolge asili, RSA, assistenza domiciliare, comunità per minori, centri per persone con disabilità gestiti dalle cooperative sociali.
In Italia ci sono oltre 12.200 (+ 98.5% in 10 anni) cooperative sociali che occupano oltre 365 mila persone (+130 in 10 anni%) con una media di 20.000 nuovi occupati l’anno. Con i loro servizi, raggiungono oltre 7 milioni di cittadini.
Il quadro dei tagli ai servizi che ne esce regione per regione sta togliendo il sonno a molti amministratori locali, già alle prese coi mancati introiti dell’Imu, e che ora si vedono portare via dallo Stato il 6% delle risorse sul welfare. Tra gli interventi più a rischio ci sono quelli per l’inclusione e la coesione sociale destinati a chi ha più bisogno e spesso è escluso a tutte le altre reti di welfare.
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