Anziani campioni di volontariato
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Secondo l'ultima indagine dell'Ires, in Italia il lavoro degli over 55 è un capitale sociale altissimo che genera economie esterne. L'attività volontaria, non retribuita, è stimata in 18,3 miliardi l'anno, pari all'1,2% circa del PIL

Altro che problema, gli anziani in Italia sono una vera e propria risorsa. A ribadirlo “Il capitale sociale degli anziani. Stime sul valore dell'attività non retribuita”, l'ultima ricerca elaborata da Ires relativa al 2010. Campioni di volontariato, le persone con un’età uguale o superiore ai 55 anni sono 304.355, su un totale di circa 826.000 volontari (Istat, Le organizzazioni di volontariato in Italia, 2006). Di questi, i volontari sistematici rappresentano il 57,3%. Da ciò si deduce il fatto che l’impegno complessivo delle persone mature e anziane – quantificato in ore di volontariato – è certamente superiore alle altri classi di età dei volontari. Tale impegno, se considerato al netto delle attività di volontariato non associabili al campo sociosanitario e assistenziale e valutando esclusivamente l’impegno dei volontari sistematici, porta a una stima di 41.189.772 ore/anno di volontariato, che possono essere associate a una cifra compresa tra 298.625.860 e 308.923.264 di euro.
Il valore delle attività non retribuite svolte dagli anziani, infatti, è più che proporzionale rispetto a quello della popolazione complessivamente intesa. Si tratta di un valore che, tra l’attività di aiuto informale, il sostegno ai carichi familiari in quanto nonni e l’impegno in organizzazioni di volontariato espresso in termini economico-monetari assoluti, ammonta ogni anno a circa 18,3 miliardi di euro (dunque al 1,2% del Pil). Il contributo degli anziani, inoltre, non si limita al valore intrinseco dell'attività, ma genera a sua volta economie esterne positive, in particolare a favore delle donne e dei minori.
Le attività gratuite di aiuto e cura informale degli anziani rappresentano una dimensione di grande rilievo, sia in assoluto sia in termini relativi ovvero rapportati al contributo sociale di altri gruppi di età. Difatti, gli over 54 impegnati nell’aiuto gratuito sono circa 4.701.000 (su circa 13milioni di italiani impegnati in aiuti informali; Istat, Parentela e reti di solidarietà, 2006), e garantiscono ogni quattro settimane circa 150milioni di ore d’aiuto. Queste rappresentano oltre il 50% dell’intero monte ore dell’aiuto informale e gratuito erogato dai cittadini italiani (circa 300 milioni ore, nel corso di quattro settimane), con una particolare concentrazione nell’aiuto rivolto a bambini e minori (circa l’80% delle ore complessivamente dedicate a questi destinatari), e con una forte presenza anche nell’aiuto ad altri adulti (circa il 40% dell’aiuto complessivo in questa categoria). Il valore di queste attività (al netto dell’aiuto rivolto ai bambini, considerato invece nelle stime dell’aiuto dei nonni destinato ai nipoti) può essere paragonato a un monte retribuzioni di circa 348.660.984 euro per 4 settimane, ovvero 4.183.931.808 euro/anno.
Al centro delle attenzioni degli anziani, ci sono soprattutto i nipoti. Dai dati emerge che in Italia sono presenti circa 6.911.000 nonni. Di questi, 963.000 non si prendono mai cura dei nipoti, mentre 5.948.000 lo fanno, in misura e modalità diverse. Le stime proposte suggeriscono che l’impegno dei nonni possa essere quantificato tra i 103 e i 194 milioni di ore ogni quattro settimane. Il valore del “lavoro dei nonni” – in termini di equivalente retributivo – potrebbe ammontare a una cifra compresa tra 566.600.094 (minimo) e 1.063.541.378 di euro (massimo) per quattro settimane. Se si considera il risparmio assicurato dal lavoro dei nonni nella cura dei nipoti, esso si può quantificare in una cifra compresa tra i 495.600.000 euro e i 1.321.600.000 euro annui.
Tra l’attività di aiuto informale, il sostegno ai carichi familiari in quanto nonni e l’impegno in organizzazioni di volontariato, gli anziani contribuiscono – secondo la, pur timida, stima risultante dalla ricerca – ogni anno fino a 18,3 miliardi di euro. Considerando il valore del Pil 2009 (Istat, 2010), che ammonta a circa 1520 miliardi di euro, si può sostenere che l’attività gratuita degli anziani corrisponda al 1,2% del Pil. Si tratta di una cifra nient’affatto irrilevante, specie se paragonata ad altre grandezze di solito considerate impropriamente “a debito” degli anziani. Qui di seguito ne sono indicate alcune, solo allo scopo di fornire un dimensionamento relativo delle entità di riferimento: il Fondo nazionale per la non autosufficienza per il 2009 è stato finanziato con soli 400 milioni di euro; il Fondo nazionale per le politiche della famiglia vede uno stanziamento di 185 milioni (137 milioni previsti per 2010); le pensioni di anzianità erogate dall’Inps ai lavoratori dipendenti (2 milioni 233 mila pensioni) nel 2009 ammontavano a circa 3,76 miliardi di euro (dati Inps, Osservatorio sulle pensioni 2010). Senza contare che il valore delle prestazioni pensionistiche assistenziali erogate dall’Inps (pensioni invalidi civili, pensioni ed assegni sociali, indennità di accompagnamento, pensioni di guerra) hanno raggiunto la cifra, nei dati 2008, di 20,4 miliardi di euro (Nvsp, 2009).
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