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Un appello per salvare il SCN

Data: 27/09/2013
Categoria: Altre News

Giunge dalla rappresentanza nazionale dopo l'annuncio dell'ulteriore rinvio del nuovo bando. Rimane incerta la questione dell'apertura ai giovani stranieri

Il Servizio Civile nazionale è ormai abbandonato a se stesso. L'arrivo del nuovo bando è stato nuovamente rimandato e la questione dell'accesso al SCN da parte degli stranieri non è ancora stata risolta. A questo si aggiunge la difficoltà da parte dell'Unsc, Ufficio nazionale servizio civile, nell'interpretare le scelte politiche di chi governa. Un appello per uscire da un empasse che dura ormai da tempo arriva dai giovani e la rappresentanza nazionale dei volontari in servizio. «Il Servizio Civile Nazionale in Italia sta morendo. E noi, che rappresentiamo i volontari, siamo stanchi di questa situazione. Un Paese che non trova soldi per la propria difesa non armata e non violenta, per la cooperazione, che preferisce investire in macchine da guerra come gli F35 invece di prevenire il disagio sociale, è destinato al fallimento, all’atomizzazione, allo sgretolamento del tessuto sociale», sottolineano in una dichiarazione congiunta Margherita Vismara, Antonella Paparella, Silvia Conforti e Yuri Broccoli, i quattro attuali rappresentanti nazionali dei volontari.

Tante le difficoltà denunciate dai rappresentanti dei volontari del SCN che impediscono a una larga fetta di giovani di partecipare a un'esperienza unica: dal rinvio della pubblicazione del nuovo bando, a distanza di due anni dall’ultimo, alla noncuranza dei vari livelli di gestione, come ritardi nella consegna delle graduatorie da parte di alcune Regioni. A questo si aggiunge lo spettro dei ricorsi per l'apertura del bando ai giovani stranieri.«L’accesso dei ragazzi stranieri al servizio civile è una bomba destinata a scoppiare, comunque vadano le cose. Colpa dell’inerzia della politica che, nonostante gli impegni presi, non ha saputo cambiare la legge» commenta Enrico Maria Borrelli, presidente dell’Amesci e del “Forum nazionale per il servizio civile”, che raggruppa una ventina di enti. A farne le spese saranno gli enti, che hanno investito energie e risorse per i loro progetti, ma, soprattutto, i beneficiari: anziani, poveri, minori e tutte le persone alle quali i volontari dedicano il loro impegno.



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