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L'UE taglia gli aiuti e nel Salento è allarme povertà

Data: 30/10/2013
Categoria: Altre News

Dal prossimo 31 dicembre non arriveranno più i pacchi alimentari distribuiti da Agea. Le associazioni in campo per costruire una rete operativa di solidarietà per arginare il fenomeno povertà

In Italia sono ad oggi circa 2 milioni e mezzo le famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, circa 8milioni di italiani. A tutto ciò si aggiunge il fatto che una buona fetta dei ceti medi è sulla via di una sostanziale proletarizzazione e che dalla sindrome della quarta settimana si è da un bel pezzo passati alla sindrome della terza settimana. Non è certo una novità, ma all'allarme giunto dal presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara fa eco quello che arriva dalle associazioni impegnate sul fronte della povertà: dal prossimo 31 dicembre, infatti, la Comunità Europea stopperà la cessione di aiuti alimentari agli indigenti  mettendo in crisi tutto un delicato sistema di solidarietà. Lo stop coinvolge gli alimenti che arrivano tramite l'agenzia Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura, uno dei principali canali di approvvigionamento.

Anche nella provincia di Lecce l'allarme è molto alto: le mense della Caritas sfornano circa 400 piatti caldi al giorno e i pacchi delle parrocchie arrivano a circa 1000 famiglie l'annoL'Emporio solidale, poi, progetto nato per far fronte alle necessità di migliaia di persone, nel 2012 ha distribuito gratuitamente 114 tonnellate di pane, pasta, biscotti, latte e altri alimenti di prima necessità per un valore di circa 431mila euro. Per arginare questo distastro annunciato, la Comunità Emmanuel è impegnata in questi giorni nella costruzione di una “rete operativa” di cui faranno parte associazioni e istituzioni, Comune e Provincia per mettere insieme tutti coloro che vogliono lavorare per sostenere chi vive in condizioni di povertà.

Secondo i dati aggiornati al 2012 del dossier sulla Povertà “Visti da noi” realizzato dal CSV Salento, su un campione di 20.492 famiglie e 51.196 individui in Italia e 1.004 famiglie e 2.760 individui in Puglia, è emerso che se nel Mezzogiorno la percentuale di diffusione della povertà è del 32,92% contro una media nazionale del 18,48% – in Puglia tale percentuale è del 28,69%. La soglia di povertà, ovvero il livello di reddito annuale sotto il quale si è dichiarati poveri è pari ad euro 8.572 per famiglie composte da una persona per arrivare sino a 23.044 euro per nuclei di cinque componenti. Per quanto concerne la gravità della situazione in Puglia, misurata dall’“incidenza per classi di gravità”, risulta che in regione quasi il 20% delle famiglie versa in una condizione di assoluta povertà mentre poco più dell’11% sono quelle appena povere e il 12% sono a rischio povertà. La media nazionale mostra invece il 10,37% di famiglie sicuramente povere, l’8,11 appena povere e l’8,77 a rischio povertà.

Cresce, inoltre, il bisogno alimentare a causa della diffusione della crisi del ceto medio. In difficoltà soprattutto le famiglie con un solo stipendio, donne sole con figli minori e cassaintegrati figli delle vertenze in corso sul territorio. Continuano a crescere nella provincia di Lecce le persone che hanno bisogno del sostegno del Banco delle Opere di Carità: circa 41mila secondo l’ultima rilevazione 2011. Nel 2004 queste persone erano 11mila. A Marzo 2012, la raccolta di generi alimentari si attestava a 3 tonnellate di cibo con 4mila volontari coinvolti e 350 enti caritativi attivi.

Si allarga la forbice di differenza tra il saldo dei depositi bancari del 2011 (pari a 4 mld e 723 mln) rispetto a quello del 2010 (quando all'attivo c'erano 4 mld e 913 mln). Mancano all'appello, quindi, 159 milioni di euro in provincia di Lecce. Le maggiori perdite si registrano a Martano (in un anno da 71mln a 63mln -10,83%), Trepuzzi -10,56%, Casarano -7,60%, Nardò -7,48, Monteroni -7,41% seguono Galatina, Maglie, Gallipoli e Leverano.

Aumenta anche il rischio usura. Secondo la relazione della Corte d'Appello di Lecce l'attività usuraria è ampiamente diffusa in provincia e notoriamente sommersa data la scarsa propensione delle vittime alla denuncia. Lo Sportello antiracket e antiusura di Lecce gestito dall'associazione Antiracket Salento punta alla prevenzione dei problemi e a favorire l'accesso al credito legale. Alla base del rischio, sia per i commercianti sia per le famiglie, c'è una scarsa educazione all'uso responsabile del denaro. 

Rimane forte il disagio abitativo. Nel 2012 a Lecce gli sfratti per morosità incolpevole sono aumentati del 5,3% rispetto al 2009. L'Istituto autonomo case popolari della provincia ha registrato, inoltre, l'aumento degli inquilini concentrati nelle classi più deboli, che pagano l'affitto minimo non senza difficoltà. Secondo l'Unione provinciale Inquilini a Copertino c'è un tasso di morosità rispetto agli affitti minimi pari al 70% e secondo l’Agenzia del territorio (ex Catasto) le compravendite nel 2011 sono calate in provincia di Lecce del 4,5% rispetto all’anno precedente.Nel 2011 le transazioni sono state 6.924 contro le 7.254 del 2010, un quinto dell’intera Puglia.Nel Salento, infine, vi è una significativa contrazione dei passaggi di proprietà: in provincia -5,6%.



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