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Spreco alimentare, al via una campagna mondiale

Data: 22/11/2013
Categoria: Altre News

Lanciata dalle Nazioni Unite, l'iniziativa anticipa un protocollo internazionale per ridurre un fenomeno che porta i Paesi ricchi del mondo a sprecare una quantità di cibo pari alla produzione dell’Africa subsahariana e in grado di sfamare tre miliardi di persone

Al via una campagna mondiale contro lo spreco di cibo. Si chiama “Think.Eat.Save” ed è stata lanciata dalle Nazioni Unite, attraverso le agenzie Fao (alimentazione e agricoltura) e Unep (ambiente) al fine si invertire una rotta disastrosa che porta i Paesi ricchi del mondo a sprecare una quantità di cibo pari alla produzione dell’Africa subsahariana e in grado di sfamare tre miliardi di persone. A “Think.Eat.Save” si aggiunge la campagna “Save food” rivolta alla filiera produttiva e la bozza di un nuovo protocollo internazionale, sul modello di quelli in tema ambientale (il più famoso è quello di Kyoto), elaborata dal think tank Barilla Center for Food & Nutrition. La bozza sarà presentata il prossimo 27 novembre a Milano in occasione dell’International Forum.

Il protocollo stabilisce regole in tre direzioni: impegno a ridurre lo spreco di cibo del 50% nel 2020; limite del 5% alla destinazione di terreni fertili alla produzione di biocarburanti o foraggi per animali; promozione di una cultura della prevenzione (nel mondo ci sono 900 milioni di persone che patiscono la denutrizione e 1,5 miliardi l’obesità). Gli strumenti attivati per l'attuazione del protocollo sono un organismo di governo nazionale e verifiche periodiche. 

Si stanno attivando, inoltre, una serie di iniziative sui territori e centinaia di comuni hanno già firmato la Dichiarazione congiunta “Spreco zero”. Il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, inoltre, ha costituito un pool nazionale antispreco con esperti guidati dal docente bolognese Andrea Segrè, che presenterà presto un piano di azione con proposte a costo zero attuabili in pochi mesi. 

Al di là delle dichiarazioni di intenti, finora tutti i tentativi di regolamentazione sovranazionale hanno fatto poca strada. Nel gennaio 2012 il Parlamento europeo, su iniziativa italiana, ha approvato una risoluzione sugli sprechi alimentari, finita ad oggi nel dimentuicatoio.Dopo una serie di fallimenti, Kyoto in primis, gli esperti sono scettici sull’efficacia di protocolli internazionali sui temi ambientali e preferiscono approcci nazionali, sia dall’alto che dal basso.



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