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Ma chi ce lo fa fare?

Data: 05/12/2013
Categoria: News CSV Salento

Il 5 dicembre si celebra la giornata nazionale del volontariato, con appuntamenti e incontri in tutta l'Italia. Pubblichiamo qui l'editoriale del presidente Luigi Russo apparso sul numero di Volontariato Salento in uscita oggi

Con il titolo della nuova trasmissione che il CSV Salento sta realizzando su Mondoradio ogni venerdì – “Ma chi ce lo fa fare?” (a impegnarsi per gli altri e per i beni comuni, a farsi carico dei problemi di tutti, a combattere gratis e a mani nude contro l’ingiustizia, la falsificazione, l’illegalità…) – vorrei aprire questa breve riflessione a cavallo del 5 dicembre, giornata nazionale dedicata al Volontariato, in questo tempo nel quale la cronaca quotidiana ci restituisce l’immagine di una Italia soffocata soprattutto dalla crisi morale, culturale oltreché economica e politica. Ma l’Italia non è solo il malaffare, e chi pensa questo lo fa per calcolo, per qualunquismo, per snob, o perché vuole incarnare il vestito sempre comodo del condottiero alla ricerca dell’investitura. Ma un paese non si salva con le bombe, si salva invece con i vincoli solidali.

Il volontariato non è iperattivismo senza senso; non è principalmente una pietosa rete di protezione nella quale cascano i derelitti (sempre più numerosi) espulsi dalla società e dall’economia della efficienza e del profitto, che smantella i servizi e il welfare ed esclude i non garantiti; non è tappabuchi che riempie gli spazi vuoti lasciati dagli irresponsabili; non è lo specialista delle cause perse che si scontra masochisticamente con i poteri forti. Il volontariato è principalmente puntuale conoscenza della verità, è “azione concreta”, e mentre opera fa anche cultura della solidarietà e della responsabilità. Capire, agire e cambiare. Questi sono i verbi che definiscono il vero volontariato.

Abbiamo imparato in questi anni a utilizzare adeguatamente gli strumenti democratici e della legalità che sono tipici della forma associativa, grazie anche al riversamento in attività formativa delle risorse che le Fondazioni Bancarie hanno riversato sul mondo dei CSV. Oggi ci è richiesto di fare di più, di andare oltre a questa azione minimale di tipo strutturale e organizzativo. Dobbiamo diventare esattamente ciò che la Costituzione Italiana nell’art. 118 comma 5 stabilisce dover essere il volontariato in stretta collaborazione con lo Stato e con la società civile (compresa l’impresa): difensore e promotore dei “Beni Comuni”, degli interessi generali, “secondo il principio della sussidiarietà”. La strada è questa, e il volontariato deve lavorare con una sempre più grande consapevolezza di avere come mission – insieme ad altre persone e istituzioni - quello di trasformare l’Italia in un paese che ha come orizzonte di riferimento i “Beni comuni” anziché gli “egoismi privati”. Tutto il resto è nichilismo.



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