Nuove norme sulla distribuzione degli alimenti
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La Legge di stabilità aumenta controlli e garanzie sullo stato di conservazione degli alimenti e ne abbatte l'Iva
La Legge di stabilità n. 147 (commi 236 e 237) approvata lo scorso dicembre stringe le maglie per la distribuzione gratuita di prodotti alimentari. Dal 1° gennaio, infatti, aumentano i controlli e le garanzie: le Onlus operanti in questo campo, infatti, dovranno garantire “un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo” degli alimenti. Un'indicazione che coinvolge non solo le organizzazioni riconosciute non lucrative di utilità sociale coinvolte, ma anche gli operatori della ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica che cedono gli alimenti.
Gli enti potranno, inoltre, predisporre dei “manuali nazionali di corretta prassi operativa” sulla conservazione del cibo, in linea con quanto prevede il regolamento Ce 852/2004 sull'igiene dei prodotti alimentari (articolo 8).
La normativa prevede non solo più controlli ma anche qualche semplificazione: in base all'articolo 133/1999 (articolo 6, comma 15) i prodotti alimentari non più commercializzati o non idonei alla commercializzazione per carenza o errori di confezionamento, di etichettatura, di peso o perché vicini alla scadenza, ceduti gratuitamente alle Onlus, enti pubblici, associazioni o fondazioni attive nell'assistenza, beneficenza, educazione, istruzione, studio o ricerca scientifica, si considerano distrutti ai fini dell'Iva. Un'agevolazione che finora era stata riservata solo nel caso in cui i soggetti beneficiari fossero andati direttamente a ritirare i beni alimentari presso le aziende donatrici.
Fortunatamente è rimasta in piedi anche la legge 155 del 2003, quella “del buon samaritano” che equipara le onlus attive nella distribuzione ai beneficiari finali in quanto a corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e uso di alimenti.
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