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La politica è per i Beni Comuni

Data: 25/01/2014
Categoria: Altre News

Il vescovo di Ugento mons. Vito Angiuli ricorda ai sindaci del Capo di Leuca che l'unico senso della politica è l'impegno per i Beni Comuni e per il Creato, che significa "amare la propria terra"

Il 22 gennaio, Festa di San Vincenzo protettore di Ugento, il vescovo mons. Vito Angiuli ha convocato in cattedrale tutti i sindaci della diocesi per l’annuale discorso alla città.  Il capo di Leuca, ha esordito Angiuli nell’omelia, non è la somma di tante particolarità e tanti egoismi, come molte volte è stato in passato, ma una “città diffusa” e così bisogna vederla se si vuole governare i processi politici ed economici con efficacia, giustizia, moralità. E certamente la radice cristiana della cultura salentina, che si esplicita nel simbolo unitario del Santuario di Leuca nel quale tutti i salentini si riconoscono, può essere questo fattore unificante,  un punto sia geografico che di riferimento di senso “lì dove la terra, il cielo e il mare si incontrano e si prendono per mano per annullare divisioni e separatezze, conflitti e rancori, contrasti e ambivalenze (…). Occorre essere rispettosi di ogni singola identità – continua il vescovo – ma occorre anche prendere coscienza che è molto più ciò che unisce di ciò che divide”. Solo se c’è questa unità, se si è capaci di sentirsi, appunto, una “città diffusa”, si potranno sciogliere i contrasti e i chiaroscuri in una nuova e più sapiente identità.

Il primo contrasto si riferisce al tema del lavoro e alla situazione che vede il Salento essere nello stesso tempo terra di emigrazione e di immigrazione. “Mentre sulle nostre coste sbarcano persone che vengono dai paesi che si affaccino sul Mediterraneo e donne che vengono dall’Est-Europa per trovare occupazione nei nostri paesi e nelle nostre famiglie, molti nostri giovani e, talvolta anche intere famiglie, emigrano in altri paesi altri europei in cerca di lavoro. Come sciogliere questo contrasto?”

Un secondo aspetto tocca il tema dell’innovazione tecnologica e della salvaguardia del creato: come stare al passo con i tempi e con la necessità di innovazione rispettando l’ambiente e custodendo la sua integrità e la sua bellezza?

Una terza antitesi è data dal fatto che il Capo di Leuca “è una terra che canta e, nello stesso tempo, piange” (da una parte si sviluppano talenti artistici che hanno successo a livello nazionale, ma poi si lascia morire l’artigianato):  come valorizzare le risorse e i nuovi talenti senza disperdere i valori che la tradizione ha tramandato?

Una quarta antinomia caratterizza il nostro territorio, essere una terra di santi e di peccatori: “Come conciliare il giusto orgoglio per aver dato i natali a personalità dal forte spessore morale con una prassi (di illegalità diffusa) che non smentisca nei fatti quanto affermato con le parole?”.

La formula corretta della buona politica è una sola, secondo mons. Angiuli: “A noi tocca soprattutto amare la nostra terra per custodirla e renderla ancora più bella. (…) L’amore alla terra si esprimerà in forme corrette ed efficaci se saremo capaci di mettere da parte ogni forma di autarchia e di individualismo e progettare insieme per mantenere viva la nostra vera identità, quella cioè di essere, nello stesso tempo, uomini nuovi e antichi”.

Il Vescovo ha concluso la sua omelia ai sindaci con una bellissima poesia di Davide Maria Turoldo: “Salva la terra che è tua, uomo/ del Sud, la libera terra/ austera e antica! E questa/ cultura sia la placenta/ della tua umanità più vera: qui/ ove vita fiorisce, come/ fra le rocce i germogli, e nessuno/ qui è senza radici:/ tutti orgogliosi d’essere/ nuovi e antichi”.

LUIGI RUSSO



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