Italiani solidali nonostante la crisi
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Secondo i dati diffusi da IPRmarketing durante il periodo natalizio è aumentata la fiducia verso le "buone cause" del non profit

I risultati dell'indagine promossa da Il Sole 24 Ore e realizzata da IPRmarketing sul flusso di donazioni durante il periodo natalizio, fotografano un'Italia che, nonostante le difficoltà economica, non rinuncia a supportare le “buone cause”. Lo studio elaborato interpellando 1000 cittadini, una quota disaggregata per area geografica di residenza, fascia d’età e sesso, indica che i donatori in Italia sono aumentati rispetto all'anno precedente, passando dal 35% al 38%. Certo, è lontano il 2009 con il suo 49%, ma si registra un incremento rispetto al 2012 che contava solo un 33%. Il Nord rimane al primo posto per propensione alla solidarietà, così come le donne si confermano più sensibili degli uomini (41% contro 35%) e gli over 55 risultano più generosi delle altre fasce d’età.
La maggior parte delle donazioni vengono realizzate sulla fiducia: nell’86% dei casi le organizzazioni beneficiate non sono cambiate e la conoscenza diretta è un criterio incisivo nel 59% dei casi e il passaparola vale un ulteriore 16% (il 19% tra le donne). Passano dal 3% del totale all'8% le donazioni che superano le 200 euro ma perdono quattro punti percentuali la fascia tra i 100 e i 200 euro e altri tre punti quella tra 51 e 100 euro. La sensazione predominante è che esista uno spostamento al rialzo: anche per le piccole elargizioni, infatti, scendono quelle sotto i 20 euro e salgono in misura analoga, anzi superiore, quelle tra i 20 e i 50 euro.Gli italiani, d’altra parte, non fanno troppi calcoli quando si tratta di donare: alla richiesta di specificare se la deducibilità o detraibilità fiscale abbia incoraggiato la decisione, solo il 14% del campione IPR Marketing ha risposto positivamente, mentre per l’82% l’aspetto tributario è ininfluente. Conta molto, invece, la trasparenza: per il 42% dei donatori la rendicontazione fornita dagli enti è adeguata, mentre per un quarto non lo è e per un altro quarto non è rilevante. La quota dei benefattori soddisfatti fa registrare un vero exploit rispetto all’anno scorso (più 16 %), a riprova del fatto che le organizzazioni hanno investito risorse ed energie per informare meglio i sostenitori, riuscendo così a raccoglierne l’apprezzamento.
Per quanto riguarda i settori premiati, al primo posto troviamo l'aiuto all’infanzia e le adozioni a distanza (37% delle erogazioni) mentre cala la fiducia nei confronti della ricerca scientifica, che dal primo posto della passata edizione scende al quarto, superata anche dalle cause umanitarie (34%) e da quelle sanitarie-assistenziali (33%). Alla cultura, l'ambiente, lo sport e il tempo libero, invece, rimangono solo le briciole.
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