Doppia certificazione per la fase di transizione
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Lo chiede Tif - Transitalia famiglie di Lecce rilanciando la proposta di Link Bari di duplicare il libretto universitario in fase di transizione di genere

«Bisognerebbe predisporre una doppia certificazione, o almeno un'integrazione ai documenti esistenti, per venire incontro alle necessità di chi vive il percorso di transizione di genere, una fase che può durare anni». Sono le parole di Francesco De Trane, presidente dell'associazione di volontariato TIF – Transitalia famiglie di Lecce intervenuto sulla proposta della Rete della Conoscenza di Bari (Link) di adottare un doppio libretto universitario, uno con i dati registrati all'anagrafe e l'altro relativo alla nuova identità psicofisica.
«Si tratta davvero di un'ottima iniziativa – spiega ancora De Trane – per mitigare l'imbarazzo di questa delicata fase e per arginare fenomeni di discriminazione che in un ambito come quello universitario purtroppo sono molto diffusi. Il rischio è ancora più alto nelle scuole superiori dove chi ha intrapreso – con l'autorizzazione dei genitori – un percorso di transizione, si trova nelle difficoltà di dover continuamente spiegare le motivazioni di questa discrasia tra documenti e aspetto fisico davanti agli altri compagni di classe».
L'iniziativa proposta a Bari è ora al vaglio del tavolo tecnico lgbt-qi istituito dal Comune per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali. Già in città come Padova, Torino e Pisa, la battaglia di Link è stata vinta. «Sarebbe necessario – continua De Trane – attivare un meccanismo di tutela simile anche per chi si affaccia nel mondo del lavoro. Si potrebbe inserire una nota nel documento di identità, da inserire quando la fase di transizione è ormai è avviata, per esempio dopo la relazione dello psicologo».
Il processo di transizione di genere è una fase lunga e complessa da un punto di vista legale, fisico e psicologico. In Italia il percorso di transizione è legalmente possibile dal 1982, grazie alla legge 164 del 14 aprile che riconosce alle persone transessuali la loro condizione e ne riconosce il sesso di transizione. Dal 2012, grazie a una sentenza del Tribunale di Roma è possibile comunque ottenere il cambiamento dei dati anagrafici anche senza l'intervento chirurgico.
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