Presto una legge contro la tortura!
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Lo chiedono Amnesty International, l’associazione Antigone e Cittadinanza Attiva in un appello rivolto ai presidenti delle commissioni Giustizia di Camera e Senato

Un ritardo di 30 anni. Lo denunciano nella Giornata Mondiale contro i trattamenti inumani, Amnesty International, l’associazione Antigone e Cittadinanza Attiva che lanciano un appello rivolto ai presidenti delle commissioni Giustizia di Camera e Senato per chiedere di trasformare un obbligo etico in norma giuridica e colmare finalmente un vuoto legislativo insopportabile. Dalla storica “Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti”, infatti, nulla è stato fatto, nonostante si chiedeva agli Stati norme per eliminare nei fatti ciò che già all’epoca era universalmente ripudiato a parole.Oltre agli obblighi di prevenzione e repressione, infatti, si esplicitava l'obbligo di assicurare che tutti gli atti di tortura, così come definiti nella Convenzione stessa, siano previsti come reato nell’ordinamento giuridico dello Stato parte.
Il Senato della Repubblica ha approvato il 5 marzo scorso un testo unificato che è stato trasmesso alla Camera dei Deputati che lo sta attualmente discutendo assieme ad altre proposte sul medesimo argomento. Le associazioni chiedono che l’iter parlamentare possa concludersi al più presto in maniera soddisfacente: un ennesimo nulla di fatto sarebbe, dopo un quarto di secolo, inaccettabile. Si chiede, inoltre, che il reato di tortura sia previsto nell’ordinamento italiano in modo conforme – e dunque non più restrittivo – all’art.1 della Convenzione contro la tortura del 1984.
E proprio l'Italia annovera nella sua storia episodi gravissimi come i fatti di Genova nel 2001, non adeguatamente condannati proprio per mancanza di una legislazione adeguata. Anche per i fatti avvenuti nel carcere di Asti nel 2012, la sentenza specifica che “i fatti in esame potrebbero essere agevolmente qualificati come ‘tortura’, se l’Italia non avesse omesso di dare attuazione alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 10 dicembre 1984″.
«L’Italia – si legge nell'appello – ha depositato la propria ratifica della Convenzione venticinque anni fa, nel 1989 ma, com’è noto, nonostante il lungo tempo trascorso il nostro ordinamento giuridico tuttora non contempla (se non nelle leggi militari) un reato specifico di tortura. Da molti anni ormai, a ogni avvio di legislatura, viene presentato un certo numero di disegni di legge che si propone di introdurre tale fattispecie, senza però che l’obiettivo sia stato finora raggiunto. Nel frattempo, il nostro paese è stato oggetto di ripetute osservazioni critiche e sollecitazioni a porre rimedio a questa situazione da parte di organi di controllo internazionali ed europei».
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