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La Puglia verso il reddito di dignità

Data: 23/10/2015
Categoria: News Regione Puglia

La Regione Puglia avvia il percorso di approvazione del Reddito di Dignità, una forma di sostegno alle fragilità economiche con l'obiettivo di promuovere la formazione e l'impiego nel mondo del lavoro

«Come per tutti i provvedimenti di particolare importanza - ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano - è nostro interesse raccogliere il punto di vista dei consiglieri regionali di tutte le parti politiche. In particolare su un tema sentito come il reddito di dignità ci teniamo ad arrivare in aula con il più alto livello di condivisione possibile". Ed il lavoro per il ddl sul reddito di dignità è pronto».

Il Reddito di Dignità è una misura contenuta all’interno della Legge Quadro che la Regione vuole proporre con lo scopo di introdurre un sistema integrato che mira da un lato a proteggere le famiglie in condizioni di fragilità economica e sociale e dall’altro a introdurre progressivamente i membri di questi nuclei familiari nel mondo della formazione e del lavoro. La proposta di legge intende quindi contrastare le forme di povertà e facilitare i rapporti fra soggetti pubblici e privati, promuovendo una riforma delle politiche del lavoro.

Il reddito di dignità, anche detto ReD, sarà assegnato a tutte le famiglie che posseggono un ISEE inferiore a 3.000 euro, dando la priorità alle categorie in maggiori difficoltà, quindi le giovani coppie con figli minori, i disoccupati e le famiglie numerose.

Il ReD prevede un supporto economico, pari a 600 euro mensili per una famiglia di 5 componenti, finanziati dai fondi regionali, da quelli comunitari e dalle misure di contrasto alla povertà previste dalle leggi di Stabilità 2016. Il beneficiario del Reddito di Dignità stipulerà un patto con l’ente territoriale che devolverà il dovuto per 12 mesi e con una sospensione per i 6 mesi successivi.

Al supporto economico corrisponde un programma di inserimento sociale e lavorativo grazie al quale i potenziali beneficiari saranno messi in contatto con i soggetti pubblici, privati e del privato sociale che hanno bisogno di soggetti con specifiche competenze o vogliono avviare progetti di tirocinio e formazione. Lo scambio fra domanda ed offerta avverrà mediante una piattaforma informatica già operativa, gestita dai comuni e dai centri per l’impiego pubblici che avranno il compito di valutare le domande ed abbinare l’aspirante lavoratore al datore di lavoro.

L’introduzione del ReD esprime la volontà forte di riformare profondamente la rete dei servizi per il lavoro e di porsi come punto d’incontro fra datore di lavoro e parti sociali, avvicinando la governance ai problemi reali della società e della cittadinanza, soprattutto quella che lotta per sopravvivere nella quotidianità.



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