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Papà, mamma e gender

Data: 18/01/2016
Categoria: Un libro a settimana

L'analisi della paura comune a buona parte della società he teme devianze dei più piccoli a partire dalla loro educazione. È questo ciò che sostanzialmente fa Michela Marzano nel suo Papà, mamma e gender, un libro personalissimo ma come sempre lucido

Il dibattito e lo scontro sulla Teoria del gender, secondo Michela Marzano, parte da una paura, quella che la realtà omofoba usa per generare pregiudizi e stereotipi all'interno della società, primo fra tutti quello che le differenze sessuali possono nascere proprio dall'educazione scolastica. Partendo da quest'errore, da questa campagna mistificatoria si aprono poi due altri scenari, il primo dei quali si fonda sulla contraddizione che sostiene da un lato la fine delle discriminazioni, ma contemporaneamente sottolinea le differenze fra una sessualità "buona" e “normale" ed una "cattiva" dall'altro. A questo scenario si affianca una tipologia di linguaggio fondato su stereotipi e pregiudizi che alimentano i fanatismi.

Per spiegare l'insussistenza della paura, le bugie delle campagne comunicative messe in atto dai detrattori e soprattutto per abbattere gli stereotipi, Michela Marzano in Papà, mamma e gender, nata a Roma ed autrice di diversi saggi ed articoli di filosofia morale e politica, parte dal concetto e dalla descrizione della pluralità di famiglie esistenti, dalla necessità di rispettare le diversità così come dal sottolineare quanta violenza si produca pensando per pregiudizi.

Dalla genesi dell'idea di gender, Michela Marzano destruttura le costruzioni ideologiche, con passione, sensibilità e intelligenza, mettendosi in gioco in prima persona e spingendosi nei labirinti oscuri delle culture precostituite, mettendosi a nudo, ed offrendo in alcuni punti, una scrittura molto intima ed esclusiva.

Il cuore del libro, edito da Utet, è quello che svela la differenza tra identità e uguaglianza: l'identità è insita in ciascuno di noi, non può essere cancellata come viene insinuato spesso dalle realtà omofobe; chi spera che bambine e bambini siano considerati pari, così come chi preme per il riconoscimento delle diversità, non può mettere in atto meccanismi di cancellazione dell'identità, per il semplice fatto che l'identità rappresenta ciò che ciascuno è, mentre l'uguaglianza altro non è se non un diritto costituzionale, molto osannato ma per ora vivo solo su carta.



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