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Terzo Settore, la riforma passa al Senato

Data: 31/03/2016
Categoria: Altre News

Con 146 voti favorevoli, 74 contrari e 16 astenuti. L’approvazione definitiva attesa per la fine di aprile, primi di maggio

Ci sono voluti due anni di discussione e un anno da quando la Camera ha licenziato la legge delega per avere l’approvazione in seconda lettura della legge delega di riforma del Terzo Settore con 146 voti favorevoli, 74 contrari e 16 astenuti.

Per l’ok definitivo del Parlamento alla misura, essendo state apportate alcune modifiche nel corso dell’esame a Palazzo Madama, sarà necessario un ultimo passaggio a Montecitorio. Ma nelle intenzioni del governo e della maggioranza il passaggio rappresenta una semplice formalità. C’è infatti un’intesa politica non scritta affinché l’attuale e nuova versione del testo venga licenziata senza il minimo correttivo anche alla Camera, dove il provvedimento giungerà sostanzialmente blindato. Per cui l’approvazione definitiva dovrebbe avvenire tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio. La promessa di Matteo Renzi di due anni fa a Lucca durante il Festival nazionale del Volontariato – quando preannunciò l’intervento e disse che il Non profit, in realtà, “anche se viene definito il Terzo è il primo settore”, – inizia insomma a concretizzarsi. Positive le prime reazioni del mondo del terzo settore.

“Con questa riforma i Centri di servizio diventano riferimento per il volontariato di tutto il Terzo settore”. Parte da questa constatazione il commento del presidente di CSVnet, Stefano Tabò, al ddl approvato ieri nell’aula del Senato. Il testo, spiega Tabò, “non limita più le funzioni dei Centri di servizio  alle sole organizzazioni di volontariato definite dalle legge 266 del 1991, ma afferma che i CSV sono finalizzati a fornire supporto tecnico, formativo e informativo per promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari nei diversi enti del Terzo settore”. “È una evoluzione importante –  sottolinea il presidente – alla quale il legislatore fa corrispondere l’altra grande novità, ovvero il ‘il principio della porta aperta’: tutte le organizzazioni del Terzo settore potranno concorrere alla conduzione dei CSV, la cui governance dovrà comunque rimanere in capo alle organizzazioni di volontariato, che devono rappresentarne la maggioranza, attraverso una gestione democratica partecipata e radicata territorialmente”.

I CSV potranno insomma rivolgere la propria azione al più ampio e complesso insieme dei volontari che operano nel nostro paese, senza perdere le proprie peculiarità ma sfruttandole in modo incisivo. “La riforma deve rappresentare un passaggio alla maturità della legislazione in materia – continua Stefano Tabò. – E siamo molto soddisfatti che nell’articolo 5 dedicato ai Centri di Servizio per il Volontariato i parlamentari abbiano accolto gran parte delle istanze presentate da CSVnet”.

Oltre agli aspetti sopra richiamati, infatti, sono ancora da ricordare l’accreditamento e il finanziamento stabile dei CSV, attraverso un programma triennale, con le risorse delle Fondazioni di origine bancaria in base alla stessa legge 266. Un finanziamento che prevede una perequazione territoriale, così da assicurare la promozione del volontariato in tutte le regioni del nostro paese. Un’esigenza che CSVnet, per primo, ha sottoposto all’attenzione del legislatore.

“Auspichiamo – afferma ancora Tabò – che con la redazione dei decreti legislativi che il Governo sarà delegato ad adottare dopo il passaggio alla Camera, possano essere soddisfatte altre due esigenze: il coordinamento nazionale delle funzioni dei CSV e la definizione di criteri e procedure uniformi per quanto riguarda il controllo degli stessi”.

“I decreti saranno determinanti nel definire i dettagli ma, finalmente, già si intravede un impianto giuridico capace di valorizzare il ruolo della nostra rete e l’esperienza maturata in 20 anni di attività. Tuttavia – conclude il presidente di CSVnet – è inevitabile rilevare che la riforma comporterà un forte aumento delle attività a carico dei CSV, che con difficoltà potranno essere adeguatamente garantite tramite le risorse attualmente a disposizione, da anni in progressiva diminuzione”.

"Con questa riforma approvata al Senato che passerà con una certa agilità anche alla Camera - dice Luigi Russo, presidente del CSV Salento e anche Consigliere nazionale CSVnet - siamo certi che si darà piena solidità all'altra Riforma, un po' dimenticata, quella Costituzionale del 2001 che introdusse nell'art. 118 il principio di Sussidiarietà. Non esistono più solo lo Stato e il Mercato a fare il gioco della democrazia, e tutti gli altri a contorno; c'è un pieno diritto del Terzo Settore tutto, e del volontariato in particolare, ad agire in una logica di consolidamento e salvaguardia dei Beni Comuni. Un passo alla volta siamo riusciti a imporre nell'agenda di questo paese variabili trascurate che adesso diventeranno sempre più importanti: la solidarietà, la responsabilità, la cura, la relazionalità, la comunità, l'innovazione sociale, la felicità, la sperazna, il dono. Ha avuto ragione il presidente Renzi due anni fa a dire che il Terzo Settore deve diventare il Primo. E certamente così sarà, con l'impegno di 6 milioni di volontari".

In queste settimane è in corso una verifica dell’accordo Acri–Volontariato, il patto pluriennale privato che regola l’uso dei fondi delle Fondazioni di origine bancaria destinati a sostenere e qualificare le attività del volontariato, in scadenza proprio nel 2016. Sicuramente questo patto riceverà un nuovo impulso dall'approvazione della Riforma.



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