"Meno detenzione più pene alternative"
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E' la sintesi del ministro Orlando alla due giorni di Rebibbia sugli Stati generali dell'esecuzione penale
Un anno di percorso, 7 mesi di lavori ai Tavoli, due giorni per sintetizzare criticità e proposte sulla funzione rieducativa della pena. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, artefice dell'ambiziosa rivoluzione chiamata Stati generali sull'esecuzione penale, due giornate a Rebibbia, ha fatto ieri un bilancio, dettando tempi e modi del nuovo volto del carcere. "I tempi sono maturi per entrare nel vivo di una riforma. Si è acclarata in modo corale l'esigenza di un cambiamento profondo del modello di esecuzione della pena: più pene alternative e carcere organizzato in modo diverso. Un carcere isolato, un carcere che rompe i rapporti con l'esterno è un carcere che in qualche modo si colloca fuori dal contesto sociale, che deresponsabilizza, fa regredire le persone anzichè aiutarle in un percorso di riabilitazione e di reinserimento: quindi è un carcere che non conviene alla collettività perchè anzichè garantire sicurezza rischia di generare recidiva”.
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