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Cattivi maestri

Data: 27/02/2017
Categoria: Un libro a settimana

In molti luoghi del nostro Paese la mentalità mafiosa si insinua nel modo di pensare comune. Esiste una vera e propria “pedagogia mafiosa” che si può contrastare solo con un’educazione alternativa

In molti luoghi del nostro Paese la mentalità mafiosa si insinua nel modo di pensare comune. È la mentalità dei boss, delle donne di mafia e dei giovani in carriera nelle cosche, ma anche quella che si respira nelle relazioni, nelle parole e nei silenzi delle città. Piegate al raggiungimento degli scopi criminali dei clan, le regole «educative» criminali si impongono nelle comunità locali e insegnano il potere della forza, l’importanza di riprodurre modalità rigide e ripetitive di comportamenti sociali – come la riscossione del pizzo – mostrano che chi apprende, dopo essere stato messo alla prova, ottiene fiducia e fa carriera. L’educazione dei giovani criminali, allenati a collocare in secondo piano i sentimenti e l’amicizia, avviene sul campo, anche attraverso le condanne, pure feroci, di coloro che sbagliano, dimostrazioni lampanti che uno sparuto gruppo di persone riesce ad «ammaestrare» interi quartieri e intere città. Una vera e propria «pedagogia mafiosa» che si può contrastare solo con un’educazione alternativa.

L’autore: Giacomo Panizza, prete bresciano che vive in Calabria da oltre trent’anni, ha fondato nel 1976 a Lamezia Terme la comunità «Progetto Sud». È nel mirino delle cosche dal 2002 per essere stato testimone di giustizia contro un clan mafioso e per aver preso in gestione un edificio confiscato. Da allora vive sotto protezione. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Qui ho conosciuto purgatorio, inferno e paradiso. La storia del prete che ha sfidato la ’ndrangheta (con Goffredo Fofi, Feltrinelli 2011) e Il dono e lo scambio (con Dario Antiseri, Rubettino 2012). Per EDB ha pubblicato La mafia sul collo. L’impegno della Chiesa per la legalità nella pastorale (2014).

www.dehoniane.it



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