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Decarbonizzare allunga la vita

Data: 13/07/2017
Categoria: Altre News

Presentato il 4 luglio uno Studio Epidemiologico sugli effetti delle esposizioni ambientali di origine industriale sulla popolazione Brindisi, con effetti sulla provincia di Lecce 

Presentato lo Studio Epidemiologico sugli effetti delle esposizioni ambientali di origine industriale sulla popolazione residente a Brindisi, coordinato dal dott. Francesco Forastiere. Hanno partecipato alla presentazione il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il commissario dell’Ares Giovanni Gorgoni e il direttore dell’ARPA Vito Bruno.

“Decarbonizzare allunga la vita – ha detto il Presidente Emiliano - eliminare il carbone dai processi produttivi abbassa sostanzialmente i livelli delle malattie connesse alle emissioni e migliora la qualità della vita. La Regione Puglia è l’unica regione italiana che combatte, ancora da sola purtroppo, la battaglia per la decarbonizzazione anche se la Regione Lazio ci sta dando una mano. Manca adesso il sostegno politico da parte di tutte le altre regioni. Se anche le altre regioni ponessero finalmente ai governi la questione della decarbonizzazione sarebbe certamente un primo importante passo”. Emiliano ha riportato l’esempio dell’Inghilterra che ha risolto “la questione con un provvedimento che porterà il paese in pochi anni a diventare sostanzialmente un paese carbon free. Se facessimo come l'Inghilterra ha concluso Emiliano potremmo dire di aver rispettato il trattato di Parigi COP 21, anche perché come al solito firmiamo i trattati ma li ignoriamo per quanto riguarda la loro attuazione. In questo caso quindi sarebbe davvero un successo”.

La coorte in studio è costituita dalle 223.934 persone, residenti tra il 1 Gennaio 2000 ed il 31 Dicembre 2010 nei comuni di comuni di Brindisi, Carovigno, Cellino San Marco, Mesagne, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni e Torchiarolo, tutti seguiti fino al 2013. A ogni individuo sono stati attribuiti gli indicatori della esposizione alle fonti di inquinamento presenti nell’area stimati mediante modelli di dispersione in atmosfera: Particolato (PM10) e Anidride Solforosa (SO2) per le centrali termoelettriche, mentre i Composti Organici Volatili (COV) sono stati i traccianti per il complesso petrolchimico.
In sintesi, lo studio ha fornito i seguenti risultati:
1. Il quadro emissivo dagli impianti si è modificato profondamente nel periodo 1991-2014: si registrano valori più elevati negli anni ’90 e una diminuzione costante nelle decadi successive, anche a seguito della cessazione delle attività della centrale Edipower nel 2012.
2. Le emissioni industriali risultano associate ad un aumento della morbosità e della mortalità nell’area in studio: è stata riscontrata una relazione tra i livelli espositivi del passato (stimate al 1997) a PM10 ed SO2 di origine industriale (centrali termoelettriche) e COV (petrolchimico) e mortalità per cause specifiche (tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie) ed incidenza di alcune forme tumorali (polmone). L’esame dei ricoveri ospedalieri in rapporto con le esposizioni ambientali stimate per ogni anno dello studio mostra un’associazione tra inquinanti e malattie cardiovascolari, respiratorie (centrali elettriche) e le malformazioni congenite (petrolchimico).
I risultati dello studio suggeriscono, oltre alla necessità di proseguire l’osservazione epidemiologica, l’attuazione di tutte le misure preventive atte a tutelare la salute della popolazione, compresa l’adozione delle migliori tecniche disponibili per il contenimento delle emissioni industriali. In altre parole decarbonizzazione.

 

Qui il video apparso su "3webTV": https://www.facebook.com/3webtv/videos/303705933373167/



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