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Decreto Dignità, la lotta all’azzardo è Legge.

Data: 03/07/2018
Categoria: Altre News

Il presidente di Cnca e portavoce di "Mettiamoci in gioco", don Armando Zappolini, contento del divieto di pubblicità sul gioco contenuto nel decreto adottato il 2 luglio dal governo. Iori (Conagga): “Favorevole, il settore produce patologia, come il tabacco, e va trattato nello stesso modo”

Il decreto Dignità adottato contiene norme su tre fronti: la lotta al precariato, le delocalizzazioni delle imprese e la stretta alla pubblicità sul gioco d'azzardo. Su quest’ultimo tema  si registrano i primi commenti di chi è impegnato in prima linea nella lotta al gioco patologico.“È una scelta coraggiosa di cui siamo molto contenti, anche perché era una delle nostre richieste ai candidati alle elezioni – ha detto don Armando Zappolini, presidente di Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza) e portavoce della campagna Mettiamoci in gioco”

Molto favorevole alla decisione del governo anche Matteo Iori, presidente del Conagga (Coordinamento nazionale gruppi giocatori d'azzardo). “Era una cosa che auspicavano da anni – ha commentato – In passato non c'era nulla, il governo precedente, timidamente, aveva limitato in parte la pubblicità mentre questa è una scelta forte che taglia alla radice molti dei problemi legati all'induzione al gioco ovvero le pubblicità che illudono le persone di poter facilmente cambiare via giocando d'azzardo”. Poi continua”Il settore dell'azzardo può produrre patologia come quello del tabacco e va trattato nello stesso modo”.

Nella versione definitiva si prevede lo stop totale agli spot sul gioco d'azzardo, che dal 2019 scatterà anche per le sponsorizzazioni e "tutte le forme di comunicazione" comprese "citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli". A chi non rispetta il divieto arriverà una sanzione del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità" comunque di "importo minimo di 50.000 euro". Gli incassi andranno al fondo per il contrasto al gioco d'azzardo patologico. Restano le sanzioni da 100mila a 500mila euro per chi viola il divieto durante spettacoli dedicati ai minori. Salve dallo stop le lotterie a estrazione differita, come la Lotteria Italia, e i contratti in essere. “Mi sembra saggia – ha concluso Iori - : da un lato, c'è una sanzione chiara che va inflitta a chi viola il divieto, dall'altro, si utilizzano i si utilizzano i soldi per percorsi di recupero, prevenzione e cura”. Non è d'accordo, invece, sul collegamento tra sanzioni e cura, don Zappolini. “In questo modo, si rischia di dare un valore etico a qualcosa di sbagliato – ha detto – Le sanzioni vadano alla fiscalità generale e lo Stato si faccia carico attraverso il Servizio sanitario nazionale, dei Livelli essenziali di assistenza tra cui è prevista anche la ludopatia, in caso contrario sembrerebbe di benedire una fonte di reddito sbagliata”.MMB

 

Fonti: redattore sociale, Avvenire



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