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Contrasto al bullismo, arriva il metodo UNI

Data: 18/09/2018
Categoria: Altre News

Presentata la prassi Uni "Prevenzione e contrasto del bullismo”, un sistema di gestione applicabile e una certificazione per arginare un fenomeno in crescita.

È stata presentata oggi presso la sede UNI - Ente Italiano di Normazione -  la prassi di riferimento UNI/PdR 42:2018 “Prevenzione e contrasto del bullismo”.  La prassi di riferimento individua i criteri per prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo, attraverso l’utilizzo di un sistema di gestione applicabile in tutti gli istituti scolastici e formativi di ogni ordine e grado, e più in generale a tutte le organizzazioni, anche non scolastiche, rivolte ai minorenni. La prassi è nata dalla collaborazione del tavolo di lavoro promosso da Accredia, l’Ente unico nazionale di accreditamento, che ha visto il coinvolgimento di Fidae (Federazione rappresentativa delle scuole cattoliche italiane), Isre (Istituto Internazionale Salesiano di Ricerca Educativa) e Moige (Movimento Italiano Genitori). Al Tavolo hanno partecipato anche rappresentanti dell’avvocatura e della magistratura.

La prassi UNI fornisce alle organizzazioni che si rivolgono ai minorenni le linee guida per applicare in modo efficace le prescrizioni di legge sul bullismo e sul cyberbullismo.  Le strutture che l’adottano  potranno ottenere una certificazione rilasciata da un organismo accreditato, così da poter dimostrare l’adozione e la realizzazione delle misure antibullismo: opportunità che rappresenta una novità assoluta nel panorama delle certificazioni in Italia e nel mondo.

La scuola o l’organizzazione non scolastica che applica la prassi dovrà adottare e rendere pubblico un documento nel quale si impegna a definire e attivare tutte le misure di prevenzione e di contrasto del bullismo, illustrando obiettivi, politiche e strategie da seguire. Chi si impegnerà a seguire la prassi dovrà garantire la corretta vigilanza sugli alunni all’interno dell’ambiente scolastico e negli spazi esterni nei quali si svolge l’attività didattica, attraverso l’elaborazione di un piano di vigilanza che indichi gli addetti preposti e la postazione in cui devono essere presenti. Ogni anno la scuola dovrà definire le azioni che prevede di attivare per migliorare la capacità di prevenzione e contrasto del bullismo. Il piano, adottato nelle prime settimane dell’anno scolastico dovrà contenere obiettivi misurabili come: numero ed esito delle azioni legali promosse dalle famiglie contro la scuola o suoi addetti per fatti di bullismo, numero di reclami per episodi di bullismo, percentuale di risposte positive ai questionari antibullismo, percentuale di adesione ad attività di sensibilizzazione antibullismo.

L’organizzazione dovrà inoltre inserire nel proprio sito web una sezione denominata prevenzione e contrasto del bullismo. Dovrà inoltre redigere uno specifico regolamento antibullismo nel quale indicare i comportamenti non consentiti e le relative sanzioni disciplinari e raccogliere in modo sistematico e continuativo le segnalazioni in merito a fatti di bullismo.

La scuola dovrà inoltre adottare annualmente un piano per la formazione e sensibilizzazione di tutte le componenti, in materia di bullismo, e sottoporsi periodicamente ad audit.“La tutela dei minori dai pericoli del web, dal bullismo e dal cyberbullismo è un atto di responsabilità collettiva che deve coinvolgere non solo le famiglie ma anche gli insegnanti, le scuole, gli enti e le istituzioni centrali e territoriali, oltre alle aziende”,  dichiara Antonio Affinita, direttore generale del Moige - Movimento Italiano Genitori. “Per questo crediamo che, nell’ottica della prevenzione e della formazione, questa prassi Uni possa essere uno strumento formidabile per tutti coloro che vogliono combattere il cyberbullismo in modo efficace e strutturale”.MMB

 

Fonte : redattore sociale

 



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